- Anno
- 2019
- Titolo
- Concorso Attraverso San Cristoforo
- Luogo
- Milano
- Committente
- Comune di Milano e M4 Spa
- Importo opere
- € 13.947 milioni
4° Classificato
Team: Mpampatsikos Vassilis - (capogruppo), Bergamaschi Dario, Borriero Massimiliano Jrair , Summa Giacomo, Buonsante Antonio, Casati Federico
Estensione: 40.000 mq
L’obiettivo del concorso è quello di individuare un progetto di collegamento che massimizzi per entrambi i quartieri i benefici legati all’apertura della stazione San Cristoforo della M4 e che allo stesso tempo sia innovativo, rispetti l’ambiente e che abbia una forte identità architettonica.L'intervento prevede la costruzione del manufatto di connessione lenta, ciclopedonale che attraversa quattro ambiti dal punto di vista ambientale profondamente diversi tra loro: Piazza Tirana – Lodovico il Moro e Via Martinelli – il PASM Via Tre Castelli a Milano.
La sequenza dell’infrastruttura permette poi di ripensare su ampia scala i temi del verde, della mobilità e delle funzioni ad uso collettivo delle aree interessate dall’intervento.
Come anche negli obbiettivi del Piano Regionale per i Navigli il progetto, sviluppa una strategia di tutela paesaggistica nel territorio urbano ed agricolo, potenzia e valorizza il sistema rurale, realizza e connette sistemi di fruizione della mobilità lenta e recupera aree dismesse, prima precluse alla libera fruizione.
Le strutture dei due nuovi ponti così come i manufatti delle rampe di raccordo sono stati concepiti come strutture leggere, semitrasparenti, senza parti di tamponamento e quindi nella loro purezza statica-costruttiva. L’uso strutturale dell’acciaio a vista si rifà alla tradizione dei manufatti costruiti nella prima metà del novecento con stile “funzionale”, privo di inessenzialità decorative. Le tipologie costruttive dei ponti a trave reticolare e ad arco ribassato sono anch’ esse tipologie ricorrenti, sia a scavalco dei canali navigabili ( ponte ferrovia di San Cristoforo), sia dei fiumi( Ponte sull’ Adda), divenuti icona del territorio lombardo nell’industrializzazione della prima parte del novecento. I manufatti circolari di raccordo delle rampe rimandano invece le “grandi macchine” dei gasometri della periferia milanese, ben rappresentate da Sironi e Terragni, nella prima metà del novecento.
La sistemazione a verde prevede diverse tipologie vegetazionali di nuovo impianto: per le due piazze nuovi gruppi arboreo arbustivi e alberi isolati di specie autoctone in varietà cultivar. Per l’isola centrale a oasi ecologica lineare si conferma l’impostazione del filare verso il Naviglio, dell’area umida con graminacee e di fascia arborea arbustiva, a spessore variabile verso la ferrovia. A bordura e a protezione dei corpi idrici si prevede l’impianto di macro-graminacee adatte a sopportare rialzamenti repentini del livello dell’acqua. A sud di via Martinelli si propone l’azione di riforestazione urbana compensativa con piantumazioni di specie forestali autoctone lungo la roggia Carleschina e nelle aree di frangia non occupate dai parcheggi auto deposito ATM e stazione bus. In quest’area anche le piste ciclopedonali saranno in stabilizzato drenante.
Il progetto nella sua eccezione linguistica esclude quindi la proposizione di soluzioni progettuali univoche e omologanti e mira a mantenere e fare risaltare gli elementi che caratterizzano le singolarità dei differenti contesti urbani e agricoli.